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mercoledì 8 febbraio 2012

Amarcord parte 1 - Premessa

Le fanzine mi hanno fatto scoprire il punk e l'hardcore. 
E una volta l'ho pure fatta una fanzine, quando ancora non andavo ai concerti e nemmeno scaricavo gli mp3.
E non per una questione etica ma perchè il 56k era una merda e ad internet preferivo andarmene in giro con gli autobus insieme ad altri disadattati o con un buon libro e il walkman a palla. Niente notturni e di dormire in stazione non se ne parlava e poi non associavo l'essere punk alla presenza fissa ai concerti.
La fanzine si chiamava Inquietudine, era scritta male e impaginata peggio, poche pagine, un articolo a testa ma aveva dei disegni molto belli, tutti realizzati da un'amica che nel corso degli anni ho perso di vista, purtroppo.
E invece di studiare per l'esame di maturità, passavo le giornate a tagliare, incollare e assemblare quelle paginette. Dieci minuti dopo l'assurdo rituale della discussione orale sono andato a stampare una cinquantina di copie: la maggior parte sono passate per le mani di qualche compagno di scuola per poi finire sparpagliate lungo la strada che portava al liceo classico Orazio.

Inquietudine #0 - giugno 2004


Dopo quel tentativo andato a male, insieme agli amici dell'epoca mi ero messo in testa di fare sul serio. 
Due anni di lavoro, tre interviste fiume (Robertò di Hellnation, Simone Lucciola e Ceppaflex !), poster staccabile anticlericale, speciale sul sabotaggio pratico delle scuole, due racconti "pulp", fumetti sconci, focus sui film necrofili, tonnellate di recensioni, cazzate provocatorie, roba tipo svastiche, cazzi spaccati a metà (BME non andava così di moda) e amenità varie. Un backup andato male e con una botta di culo abbiamo perso tutto, testi e impaginazione. C'è voluto un bel po' di tempo per elaborare il lutto e farmi passare la voglia di fare una fanzine.

L'unica parte non ancora scritta era l'introduzione: un omaggio-tributo-riconoscimento a chi, fino a quel momento, era stato uno dei nostri "cattivi maestri" e la serie di motivi che mi avevano spinto ad aprire una distribuzione di fanzine. Poi la distro è partita, per pigrizia e incazzatura non abbiamo mai usato il nostro blog per proclami o manifesti e quindi l'omaggio è andato in fumo.

Prima dichiarazione di intenti: la distro è morta, questo blog sarà una specie di diario di quello che abbiamo combinato e ho deciso di usarlo anche per scrivere parte di quello che avremmo dovuto scrivere negli anni passati. Se vi interessa piacere, se non vi interessa tanti saluti. 
Ormai il treno è passato e non ha più senso raccontare alcune storie o parlare di certe persone - dischi - concerti. Proprio per questo ho deciso di farlo. Amarcord e non autocelebrazione sia chiaro. 
Non sarà solo questo, certo, ma una buona dose di pagine ripescheranno nel passato, incerto come il presente. 
E in questo momento particolare in cui le fanzine sono quasi tutte evaporate, le webzine si contano sulle dita di una mano, blogspot ha rimosso i suoi contenuti e il cadavere di myspace galleggia a malapena, (e questo non è un male) sento forte la necessità di leggere e di scrivere.
Che fine hanno fatto le interviste ai gruppi, i report dei tour europei, i diari punk (Abbestia, Permanent Vacation, Stewey's Star...)? E' davvero facebook l'unica voce del punk-hc? Non lo so, per il momento mi tengo la mia paginetta e ci verso dentro tutto quello che mi suggerisce il mio cranio bacato.

3 commenti:

  1. Complimenti per il post Deny Everything, anche se non ci conosciamo traspare qualcosa di veramente condiviso e condivisibile. Detto sinceramente e senza lecchinaggi. Avevamo commentato già questo post ma il caro blogspot ha cancellato tutto, tentiamo di riscrivere: dopo anni di indigestione online, social network, blog, c'è veramente il bisogno di ritornare anche al cartaceo...per smuovere le nostre povere menti incancrenite e far esplodere i cervelli con idee nuove occorre tracciare un solco...occorre qualcosa che possa sedimentarsi....e va bene blog, siti, ecc..., ma l'errore sarebbe quello di permettere alla rete di sostituirsi alla produzione cartacea, alla scrittura, all'esperienza reale e di dilaniarla...come è già accaduto da qualche tempo a questa parte...

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  2. ...c'è bisogno di strette di mani sudate, di sguardi inquietanti che si incrociano e condividano realmente le cose...concerti e sofferenza fisica. Non è morto tutto questo e non potrà mai morire, ma sarebbe assurdo continuare a vivere solo sulla rete e con la leggerezza più pericolosa del mondo lasciare che il cartaceo, le riviste, l'autoproduzione vengano schiacciate dalla rete e non supportate, integrate, completate..la storia di Deny Everything è sinceramente avvincente, continuate così, davvero...e se i punk-hc hanno il loro facebook personale, così come noi ci pieghiamo allo strapotere di google e blogspot in maniera assolutamente supina e rientriamo nelle stesse pratiche capitalistiche che combattiamo, c'è da riflettere...è interessante poi che la fanzine Deny Everithing dopo due anni di lavoro cartaceo, materiale, di scrittura, sia stata annientata da un "backup", dalle nuove tecnologie...è proprio questo il punto...

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    1. Ciao Rumori Sovversivi

      non avevo mai risposto al tuo interessante commento, mi dispiace, qua riesco a malapena a non perdere l'equilibrio.
      E' vero, non ci conosciamo ma il due maggio cercherò di essere a Frosinone, così magari ci becchiamo di persona.

      Ultimamente sto frequentando davvero poco le iniziative romane e me ne dispiaccio, ma ho l'impressione che stia cambiando qualcosa a livello umorale. Si, credo ci sia bisogno di recuperare quello che di buono c'era nelle vecchie maniere, più che tornare al cartaceo e basta, sfruttare al massimo i mezzi che ci sono oggi.. che poi è il primo momento in cui ci si potrebbe "autogestire" ogni cosa, dalla registrazione di un disco alla realizzazione di una fanzine, da un tour fuori casa alla distribuzione di dischi "esteri" (passami la parola).
      E invece paradossalmente il cappio s'è stretto di più, potremmo conoscere tutti i gruppi del mondo e tutto il mondo potrebbe conoscere i gruppi italiani, invece ho l'impressione che a malapena siamo a conoscenza del gruppo che fa le prove nel posto occupato più vicino. Le fanzine sono moribonde, le webzine scarseggiano, la rete tra le varie realtà sembra così poco compatta… Però tutti on line e tutti così simmetrici nelle foto.

      Tornare al cartaceo, leggere articoli lunghi, ho l'impressione che sia necessario recuperare una gestione del proprio tempo più "libertaria" e meno indotta… e stranamente questa volta il lavoro, lo studio, gli obblighi di vario tipo c'entrano poco o niente. Recuperare il tempo di ascoltarsi un disco dall'inizio alla fine senza contemporaneamente fare altre 10 cose, tipo scaricare tonnellate di musica o film, scrivere una mail e chattare su facebook.
      Più che sostituzioni o crociate anacronistiche credo sia il momento buono per un aggiornamento di strumenti, sul cambiamento di metodi ho qualche dubbio.

      Come al solito è una questione di atteggiamento, di "attitudine", internet amplifica certi fenomeni che però già ci sono. Dietro le tastiere ci sono delle persone… poi sono gli stessi discorsi che si facevano dieci anni fa sull'onda di chat e guestbook, non sono novità.

      Comunque si, la fanzine, che si chiamava Inquietudine, era fatta a mano e al computer, c'era il taglia e incolla, anzi il disegna e incolla, ma c'era pure tanto photoshop e scanner… quindi bruciato l'hard disk sono rimasti solo i materiali "grezzi"… e tanta amarezza… chissà forse in futuro.

      vabè, se tutto va bene ci becchiamo di persona a Frosinone

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