15 racconti di Alda Teodorani musicati da 15 gruppi e illustrati da 15 disegnatori, mega coproduzione do it yourself


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domenica 19 febbraio 2012

Amarcord parte 2 - Bloody Riot

Fino al 2000, a 14-15 anni, ignoravo cosa fosse il punk figurarsi l'hardcore.
Ascoltavo i dischi che giravano a casa: una manciata di cantautori onesti e il rock classico degli anni '70, a questi aggiungevo un po' di rap politicizzato che mi girava un amico frikkettone. Nella deprimente periferia di mondo in cui vivo è sempre arrivata poca aria capitolina, certe idee non passavano proprio.
Insieme alla futura socia-distro frequentavo un liceo della periferia romana pieno di giovani stronzi e vanitosi adolescenti cerebrolesi, piazzato in un quartiere borghese e fascistoide. L'apice dell'attitudine anti-sistema era in mano alle "zecche" nel momento in cui progettavano inconsistenti occupazioni o durante la ricreazione quando si facevano le canne… il loro modo di esternare il "disagio", dicevano.
Per il resto c'era l'imbarazzo della scelta: partitina di straforo nel campetto della scuola, stramaledette versioni da tradurre, gite a Via Sannio, uscite di gruppo che si esaurivano in un giro intorno al palazzo, bellocci di turno tra palestra e fantomatiche storie di botte che non avevano mai dato, bellocce di turno coi loro ragazzi più grandi nemmeno così in forma ma con quei due-tre anni in più,  le "tresche", le "grezze", la pallavolo nella palestra della scuola, sabato pomeriggio in discoteca e domenica mattina in chiesa ma anche assemblee patetiche ed autocompiaciute, l'erba, il fumo, bestemmie nei corridoi e strisciate di merda al cesso, gli angeli azzurri al Transilvania se la madre di qualcuno ti riportava a casa, san valentini al parchetto e feste della donna alle giostre dell'EUR, le sigarette fumate solo  se c'è qualcuno che ti guarda, la Roma, la Lazio, i fascisti, le felpe Napapijri e Pickwick, le Magnum, le Cat sportive, le Squalo, le Perry Ellis, i concerti in aula magna dove tutti-proprio-tutti suonavano Come as you are, Basket Case, Knocking on heaven's door e Zombie dei Cranberries e i metallari facevano gli Stratovarius.


L'incazzatura provinciale, se esce fuori, è molto ignorante: primo passo prendere le distanze dagli scenari squallidi, anche solo con chiavi di lettura semplici semplici.
Capisci che non ti sta bene niente, anzi che ti fa schifo tutto, sia l'impostazione di paese sia il mancato cosmopolitismo della "capitale", la borghesia coi suoi rituali e il tuo giro che abbassa la testa o peggio è indifferente di fronte a tutto. Della grande città ti prendi solo i limiti, per raggiungerla devi farti viaggi della speranza in autobus nati vecchi e storti, insieme ad altri disperati, tutti stipati, tutti sudati, tutti abituati; mesi di traffico, il freddo delle mattine invernali nelle ossa e d'estate stabbio e gas di scarico nel naso. 
Oltre all'odore ti rimane un vago senso di appartenza al contrario: non so dov'è il mio branco ma di sicuro i coetanei (apparentemente) sicuri di sé e dai profumi di plastica, non sono dalla mia parte. Tutto questo ti prende alla pancia prima che alla testa, ti scopri disadattato e non hai bisogno di leggere Malatesta o Zerzan per capirlo, nè tantomento è necessario indossare un chiodo borchiato o le bretelle.
Come reazione rimanere ammaliati dal fascino della Stazione Termini, dalla ruggine, dalla puzza di piscio, da barboni, tossici, travestiti vecchia scuola e scoppiati random è qualcosa ma non è abbastanza.  Poi è più facile coltivare la curiosità per cinema-letteratura-fumetti estremi che intercettare una qualunque sottocultura. D'altronde a ben pochi interessavano Mondo Cane & Faces of death, La bestia in calore, John Waters, Charles Manson, Psycho Pathia Sexualis, lo splatter-punk e questo li rendeva ancora più stimolanti.
E a proposito di punk, in quel momento arrivava solo l'immagine più superficiale, legata a gente tipo Offspring, Rancid, Peter Punk o peggio ancora allo ska-punk egemonizzato da Ska-P e sostenitori italiani. I punk mi attraevano anche se non capivo cosa facessero oltre a sbevazzare buttati da qualche parte, ma se poi si ascoltavano quella robaccia, tanto valeva tenersi i cd dei Black Sabbath, rimane sempre la musica di tuo padre ma è sicuramente più sincera delle furberie in levare allegrotte e danzerecce.
Si, ci sono arrivato tardi al punk però il solco che ti separa profondamente dal resto del mondo si è scavato da solo quasi subito, insieme alla voglia di cercare attriti, di forzare le situazioni e provocare per il semplice gusto di farlo… tanto le cose già ti vanno male, hai 15 anni ma le prospettive non le vedi e quindi non c'è niente da perdere.

Nonostante tutto questo, a scuola c'era un amico che prendeva lo stesso autobus delle 06.00 (ma alla fermata dopo la mia, quindi mezz'ora più tardi, beato lui) e che ascoltava Blink182, Vandals e Millencolin. Che gruppi di merda!
Diceva di essere un punk e su una cassetta da 90' mi aveva copiato un disco dei Punkreas, uno delle Porno Riviste e The Decline dei NoFx. Rimanevo scettico anche perché ero abbagliato da Vaneigem e Debord. Insieme ci facciamo le prime manifestazioni e durante i vagabondaggi scopriamo la Libreria Internazionale di Valerio Marchi che spingeva i libretti Nautilus, i fumetti della Topolin, Torazine e capisaldi del calibro di Editoria Trash e Culture dell'Apocalisse!
Durante l'estate del 2001 volevo andare a Genova per il G8. Non ho mai fatto parte di nessun collettivo, nè tantomeno avuto tristi tessere di partito, ma guardavo a distanza una certa sinistra facilmente abbordabile. Alla fine non vado da nessuna parte e seguo tutta la storiaccia da casa, attaccato a Radio Onda Rossa. Scoprire che ti possono manganellare quando vogliono, arrestare, torturare, sparare in testa… è stato uno shock. Ero disadattato ma spoliticizzato e non pensavo fosse possibile una cosa del genere. Alcuni nascono con le idee chiare, magari spinti da un fratello/sorella più grande, io ho capito parecchie cose solo in quel momento.
Il senso d'impotenza e la rabbia trovavano dei responsabili. Mi sorprendeva la moderazione nella risposta di tutti e poi non riuscivo più a sopportare ragazzini ubriachi la mattina prima dei cortei e i poveri scemi vestiti da gitani o da Curt Cobain che mi chiedevano se sapevo dove comprare il fumo. Potevano sparare in faccia a chiunque e in qualunque momento, anche a noi, lì, adesso... come faceva quella gente a ballare dietro al camioncino "come se nulla fosse"?

In quei giorni alla radio avevo sentito spesso una canzone registrata malissimo (secondo i miei parametri di allora) contro la polizia, diceva che era assassina, che dovevano infilarsi le mani nel culo, che dovevano morire. Non capivo altro, ma mi bastava: era quello che pensavo anche io. Con l'amico punk si torna da Valerio Marchi, lui per comprare Planeta Eskoria, io mi ero lasciato convincere a prendere Avanzo de Cantiere, perché i testi della Banda Bassotti alla fine andavano bene.
Mentre stavo pagando ho realizzato che non me ne fregava niente di Avanzo de Cantiere e che cercavo qualcosa come quella canzone contro la polizia. E lo dico a Valerio Marchi che mi capisce al volo: 
-Er gruppo de Robbertino, è un amico mio, se chiamano Bloody Riot. Con Onda Rossa abbiamo fatto uscì il cd col libro. Tiè, costa 25.000 lire, come il cd dell'amico tuo, se te fa schifo il cd lo butti e almeno te leggi un libro.-
E poi mi regala una spilletta perché -c'hai la maglietta più brutta c'ho visto, mettice sta spilla così è un po' meno brutta.-

Arrivato a casa ascolto il cd e davvero penso di buttarlo: che bisogno c'è di strillare così, non si capisce un cazzo, perché la registrazione è così approssimativa? Almeno c'è sta canzone sulla polizia che dice quello che nessun'altro ha il coraggio di dire, senza troppi giri di parole, sono incazzati come sono incazzato io.
C'è pure una canzone contro il servizio militare, ancora è presto però poi mi tocca pure a me; è vero io non ho ammazzato nessuno perché mi devono levare un anno di vita… sto disco è un casino però le cose che strilla il cantante sono quelle che direi io, pure io odio quei frikkettoni ipocriti che non gliene frega niente di niente…
Se non fosse per il caos, almeno c'è il libro con un po' di foto, mi sembra una stronzata. 
Inizio a leggerlo e mi si apre un mondo. E da quel momento, per me, è cambiato tutto.

mercoledì 8 febbraio 2012

Amarcord parte 1 - Premessa

Le fanzine mi hanno fatto scoprire il punk e l'hardcore. 
E una volta l'ho pure fatta una fanzine, quando ancora non andavo ai concerti e nemmeno scaricavo gli mp3.
E non per una questione etica ma perchè il 56k era una merda e ad internet preferivo andarmene in giro con gli autobus insieme ad altri disadattati o con un buon libro e il walkman a palla. Niente notturni e di dormire in stazione non se ne parlava e poi non associavo l'essere punk alla presenza fissa ai concerti.
La fanzine si chiamava Inquietudine, era scritta male e impaginata peggio, poche pagine, un articolo a testa ma aveva dei disegni molto belli, tutti realizzati da un'amica che nel corso degli anni ho perso di vista, purtroppo.
E invece di studiare per l'esame di maturità, passavo le giornate a tagliare, incollare e assemblare quelle paginette. Dieci minuti dopo l'assurdo rituale della discussione orale sono andato a stampare una cinquantina di copie: la maggior parte sono passate per le mani di qualche compagno di scuola per poi finire sparpagliate lungo la strada che portava al liceo classico Orazio.

Inquietudine #0 - giugno 2004


Dopo quel tentativo andato a male, insieme agli amici dell'epoca mi ero messo in testa di fare sul serio. 
Due anni di lavoro, tre interviste fiume (Robertò di Hellnation, Simone Lucciola e Ceppaflex !), poster staccabile anticlericale, speciale sul sabotaggio pratico delle scuole, due racconti "pulp", fumetti sconci, focus sui film necrofili, tonnellate di recensioni, cazzate provocatorie, roba tipo svastiche, cazzi spaccati a metà (BME non andava così di moda) e amenità varie. Un backup andato male e con una botta di culo abbiamo perso tutto, testi e impaginazione. C'è voluto un bel po' di tempo per elaborare il lutto e farmi passare la voglia di fare una fanzine.

L'unica parte non ancora scritta era l'introduzione: un omaggio-tributo-riconoscimento a chi, fino a quel momento, era stato uno dei nostri "cattivi maestri" e la serie di motivi che mi avevano spinto ad aprire una distribuzione di fanzine. Poi la distro è partita, per pigrizia e incazzatura non abbiamo mai usato il nostro blog per proclami o manifesti e quindi l'omaggio è andato in fumo.

Prima dichiarazione di intenti: la distro è morta, questo blog sarà una specie di diario di quello che abbiamo combinato e ho deciso di usarlo anche per scrivere parte di quello che avremmo dovuto scrivere negli anni passati. Se vi interessa piacere, se non vi interessa tanti saluti. 
Ormai il treno è passato e non ha più senso raccontare alcune storie o parlare di certe persone - dischi - concerti. Proprio per questo ho deciso di farlo. Amarcord e non autocelebrazione sia chiaro. 
Non sarà solo questo, certo, ma una buona dose di pagine ripescheranno nel passato, incerto come il presente. 
E in questo momento particolare in cui le fanzine sono quasi tutte evaporate, le webzine si contano sulle dita di una mano, blogspot ha rimosso i suoi contenuti e il cadavere di myspace galleggia a malapena, (e questo non è un male) sento forte la necessità di leggere e di scrivere.
Che fine hanno fatto le interviste ai gruppi, i report dei tour europei, i diari punk (Abbestia, Permanent Vacation, Stewey's Star...)? E' davvero facebook l'unica voce del punk-hc? Non lo so, per il momento mi tengo la mia paginetta e ci verso dentro tutto quello che mi suggerisce il mio cranio bacato.

mercoledì 1 febbraio 2012

Belle cose

Ancora devo capire come funziona blogspot.
Giornate davanti allo schermo (che cadrà) per poi ricominciare da capo di fronte ad ogni novità telematica.

Al momento questa è una pagina fantasma, me la suono e me la canto da solo, lo stesso auto-segnalo il concerto di questi nostri anni 2000, la reunion dei Nerorgasmo.
Sarò banale ma dopo il primo amore Bloody Riot, per me il gruppo di Luca Abort e Simone Cinotto ha rappresentato la quintessenza del punk. 
Perciò credo proprio che prenderò la macchina e andrò a Torino a vedere che faccia hanno i miei supereroi.

Scoprire che la locandina del concerto è il disegno di Rocco Lombardi finito su Quindici desideri m'ha quasi commosso. Sono belle cose queste, quasi soddisfazioni direi.